The Edostyle
"Parabola dei talenti" vangelo secondo Matteo 25, 14-29
14Avverrà come di un
uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi
beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro
uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. 16Colui che
aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri
cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne
guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo
talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo
padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e
volle regolare i conti con loro. 20Colui che aveva ricevuto
cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato
cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri
cinque.
21Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei
stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del
tuo padrone. 22Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due
talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati
altri due. 23Bene, servo buono e fedele, gli rispose il
padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla
gioia del tuo padrone. 24Venuto infine colui che aveva
ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti
dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25per
paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. 26Il
padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho
seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto
affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio
con l'interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a
chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha sarà dato e
sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 30E
il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di
denti.
POESIA LUMEZZANESE, LA MIA AMATA TERRA!!!
LOMEDHANE LUMEZZANE
Ona cà rè l’otra Una casa dopo l’altra
Lè gòbe dè è capanù Le gobbe dei capannoni
Lè strade ‘n pè le strade in piedi (ripide)
Lè pòfe è ‘l Don Ghifù Le Poffe e il Dosso Grifone.
La dhèt chè còr La gente che corre
È fòdhenèc che canta le officine che cantano
A la hò fodha a modo loro
L’è ‘na tèra hanta. È una terra santa.
E dih: gh’è mia ‘lvèr! E dicono: non c’è il verde?
E Cuche, è Han Bernàr? E Conche, e San. Bernardo?
E è dur, e è ‘l hpenàr? E il tordo e il tordo sassello?
E l’aria h-chèta è ‘l frèh E l’aria schietta e il fresco
Che ‘n pucia ‘n dhò che spingiamo giù
A quìi dè Hèerèh? A quelli di Sarezzo?
Lahòmoi dì!Noter Lasciamoli dire! Noi
Che ‘n hè dè què che siamo di qui
Èn hè capèh e ci capiamo.
È ‘n hta tacàc a Lomedhane E stiamo attaccati a Lumezzane
Còme ò ciùic’ hòl vèh. Come una cinciallegra al vischio.
L'Impero del Male
Discorso tenuto di fronte all'Associazione degli Evangelici
a Orlando, Florida, nel 1983.
(Traduzione di Paolo Zanetto).
Durante la mia prima conferenza stampa come Presidente,
rispondendo ad una domanda diretta, ho sottolineato che, da buoni
marxisti-leninisti, i leader sovietici hanno apertamente e pubblicamente
dichiarato che l'unica moralità che riconoscono è quella che favorisce la loro
causa, ovvero la rivoluzione mondiale.
Credo di dover sottolineare che stavo citando Lenin, il loro spirito guida, che
ha detto nel 1920 di ripudiare ogni moralità che riguardi idee soprannaturali o
idee al di fuori della concezione di classe; la moralità è completamente
subordinata agli interessi della lotta di classe; e tutto è morale se è
necessario per l'annientamento del vecchio ordine sociale sfruttatore e per
unire il proletariato.
Credo che il rifiuto da parte di molte persone influenti di accettare questo
fatto elementare della dottrina sovietica illustri una riluttanza storica a
vedere i poteri del totalitarismo per quello che sono. Abbiamo visto questo
fenomeno negli anni trenta; lo vediamo sin troppo spesso oggi. Questo non
significa che dobbiamo isolarci e rifiutare di cercare un'intesa con loro.
Intendo fare tutto ciò che è in mio potere per persuaderli del nostro intento
pacifico, per ricordare loro che è stato l'occidente che ha rifiutato di
utilizzare il suo monopolio nucleare negli anni quaranta e cinquanta per un
vantaggio territoriale, e che ora propone un taglio del 50 percento nei missili
balistici strategici e l'eliminazione di un'intera classe di missili nucleari di
terra a raggio intermedio.
Allo stesso tempo, tuttavia, essi devono comprendere che non scenderemo mai a
compromessi sui nostri principi e modelli. Non abbandoneremo mai la nostra
libertà. Non abbandoneremo mai la nostra fede in Dio. E non smetteremo mai di
cercare una vera pace. Ma non possiamo assicurare nessuna di queste cose per le
quali si batte l'America attraverso le cosiddette soluzioni di congelamento
della corsa al nucleare proposte da qualcuno.
La verità è che un congelamento oggi sarebbe una frode molto pericolosa, poiché
porterebbe solo l'illusione della pace. La realtà è che dobbiamo trovare la pace
attraverso la forza.
Sarei d'accordo con il congelamento se solo potessimo congelare le aspirazioni
globali dei sovietici. Un congelamento al livello attuale delle armi toglierebbe
ai sovietici ogni incentivo a negoziare seriamente a Ginevra e metterebbe
praticamente fine alle nostre possibilità di ottenere la grande riduzione di
armi che abbiamo proposto. Al contrario, loro arriverebbero al loro obiettivo
grazie a un congelamento.
Un congelamento sarebbe una ricompensa all'Unione Sovietica per la sua
propaganda militare, enorme e senza precedenti. Impedirebbe l'essenziale
modernizzazione della difesa degli Stati Uniti e degli alleati, da tanto tempo
attesa, e farebbe diventare le nostre forze in fase di invecchiamento sempre più
vulnerabili. E un congelamento effettivo richiederebbe enormi negoziati
preliminari sui sistemi e i numeri da limitare e sulle misure da assicurare per
un'efficace verifica e rispetto. E il tipo di congelamento che è stato proposto
sarebbe praticamente impossibile da verificare. Uno sforzo tanto grande ci
distoglierebbe completamente dai nostri attuali negoziati per ottenere riduzioni
sostanziali.
Parecchi anni fa ho sentito un giovane padre, un giovane molto importante nel
mondo dello spettacolo, rivolgersi a una grande folla in California. E' stato
durante il periodo della guerra fredda, e il comunismo e il nostro stile di vita
erano al centro dei pensieri della gente. Il giovane parlava proprio di questo.
E all'improvviso l'ho sentito dire: "Amo le mie bambine più di ogni altra cosa".
E io mi sono detto, "Oh, no, non farlo. Non puoi - non devi dirlo". Ma l'avevo
sottostimato. Ha proseguito dicendo: "Preferirei vedere le mie bambine morire
oggi, continuando a credere in Dio, piuttosto che farle crescere sotto il
comunismo e farle morire un giorno senza più credere in Dio".
C'erano centinaia di giovani in quella folla. Si sono alzati in piedi con urla
di gioia. Hanno subito capito la profonda verità in quello che il giovane
diceva, riguardo al corpo, alla mente e a ciò che importa veramente.
Sì, preghiamo per la salvezza di tutti coloro i quali vivono nel buio
totalitario, preghiamo che scoprano la gioia di conoscere Dio. Ma finché è così,
dobbiamo essere consci che mentre essi predicano la supremazia dello Stato,
dichiarano la sua onnipotenza sopra l'individuo umano, e predicano il suo
definitivo dominio su tutte le persone della terra, essi sono il centro del male
nel mondo moderno.
E' stato C. S. Lewis che, nelle sue indimenticabili "Lettere, ha scritto": "il
più grande male oggi non è in quei sordidi ‘covi del crimine' che Dickens amava
dipingere. Non è nemmeno nei campi di concentramento. In quelli vediamo il suo
risultato finale. Il male è generato e organizzato (spinto, assecondato,
eseguito, ufficializzato) in lucenti, tappezzati, riscaldati e ben illuminati
uffici, da parte di uomini con i colletti bianchi, le unghie tagliate e le
guance rasate, che non hanno bisogno di alzare la voce".
Poiché questi uomini non "alzano la voce", poiché talvolta parlano con pacati
toni di fratellanza e pace, poiché, come altri dittatori prima di loro, fanno
sempre la loro ultima rivendicazione territoriale, qualcuno vorrebbe che li
accettassimo sulla parola e che andassimo incontro ai loro impulsi aggressivi.
Ma, se la Storia insegna qualcosa, insegna che la pacificazione a cuor leggero o
l'illusione riguardo ai nostri avversari è una follia; significa il tradimento
del passato, lo sperpero della nostra libertà.
Dunque vi esorto a parlar chiaro contro quelli che vorrebbero mettere gli Stati
Uniti in una posizione di inferiorità militare e morale. Così nelle vostre
discussioni sulla proposta di sospensione della corsa al nucleare vi esorto a
stare in guardia dalla tentazione dell'orgoglio, la tentazione superficiale di
dichiararvi superiori a tutto ed etichettare entrambe le parti come egualmente
colpevoli, di ignorare i fatti della Storia e gli impulsi aggressivi di un
impero del male, di chiamare la corsa alle armi semplicemente un gigantesco
fraintendimento e dunque sottrarre voi stessi alla lotta tra il giusto e
l'ingiusto, tra il bene e il male.
Vi chiedo di resistere alle tentazioni di quelli che avrebbero voluto che
nascondeste il vostro sostegno agli sforzi di questa Amministrazione per
mantenere l'America forte e libera, mentre stiamo negoziando una reale e
concreta riduzione degli arsenali nucleari del mondo ed un giorno, con l'aiuto
di Dio, la loro totale eliminazione. Posto che la forza militare dell'America è
importante, lasciatemi aggiungere in questa occasione che ho sempre sostenuto
che la lotta attualmente in atto nel mondo non sarà mai decisa dalle bombe o dai
razzi, dagli eserciti o dal potere militare.
La vera crisi che affrontiamo oggi è spirituale; alla radice, è una prova di
volontà morale e di fede.
Whittaker Chambers, l'uomo la cui conversione religiosa lo ha reso un testimone
di uno dei terribili drammi del nostro tempo, il caso Hiss-Chambers, ha scritto
che la crisi del mondo occidentale esiste in proporzione all'indifferenza
dell'occidente verso Dio, in proporzione alla collaborazione al tentativo
comunista di far sì che l'uomo prosegua da solo senza Dio. E poi ha aggiunto che
il marxismo-leninismo è in effetti la seconda fede più antica, proclamata per la
prima volta nel Giardino dell'Eden con le parole della tentazione "e
diventereste come Dio".
Il mondo occidentale può rispondere a questa sfida, ha scritto, "ma solo a patto
che la sua fede in Dio e la libertà di cui gode sia grande almeno quanto la fede
del comunismo nell'uomo".
Credo che dovremmo accettare questa sfida; credo che il comunismo sia un altro
triste, stravagante capitolo nella Storia umana, le cui ultime pagine si stanno
ancora scrivendo. Lo credo poiché l'origine della nostra forza nella battaglia
per la libertà umana non è materiale ma spirituale, e, poiché non ha limiti,
deve spaventare e infine trionfare su quelli che vorrebbero schiavizzare i loro
cari uomini.
Poiché, nelle parole di Isaia, "Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore
allo spossato. Ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali
come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi".
Sì, cambiate il vostro mondo. Uno dei nostri Padri Fondatori, Thomas Paine, ha
detto: "E' nel nostro potere di far ricominciare il mondo daccapo". Possiamo
farlo, possiamo fare insieme quello che nessuna chiesa può fare da sola.
Dio vi benedica, e grazie molte.